Translate

sabato 13 ottobre 2012

CONFERENZA DI MONS. FLORIAN KOLFHAUS - Approccio mariologico di S. Massimiliano.



"De Maria numquam satis"

Non si dice mai abbastanza di Maria. Tale assioma esprime la spiritualità cattolica propria di tutti santi, che erano, senza eccezioni, tutti ardentemente devoti della Madonna.

S. Massimiliano è un grande teologo, anche se non ha mai lavorato in ambito accademico.

La Mariologia di S. Massimiliano pone il problema della differenza tra i massimalisti e i minimalisti. Caso curioso, solo alla mariologia si applicano le categorie del minimalismo o del massimalismo e ci sono teologi che si vantano di appartenere all'una o all'altra corrente. Karl Rahner, per esempio, si vantava di essere minimalista.

Tutto questo non era un problema di S. Massimiliano.

S. Massimiliano cercava nella teologia e nella mariologia solo la verità. La Mariologia, come ogni scienza, dev'essere aperta ad ogni approfondimento. Bisogna piantarla con la paura poco accademica di dire troppo su Maria e di portare avanti l'approfondimento teologico su di Lei. Ogni minimalismo mina la rigidità del metodo scientifico nello studio della Vergine.

Tonino Bello esempio di una triste mariologia, quando scriveva che la Vergine viveva una vita comune a tutti; con i suoi momenti di crisi col marito; con il suo spiare i movimenti dell'adolescenza del figlio (Monsignore cita testi di Mons. Bello, ma si ferma al minimo per non urtare troppo la nostra sensibilità)

A causa della svolta antropologica operata da Karl Rahner ogni la teologia è diventata antropologia e il soprannaturale è assorbito dal naturale.

La svolta antropologica porta la teologia a misurare Maria non più alla perfezione di Dio, ma all'imperfezione dell'uomo.

Il cammino minimalista vede Maria come tutti noi, sempre e pienamente nella grazia; quello massimalista vede la Vergine come l'unica creatura che è stata esaltata al di sopra delle creature.

Maria è l'Immacolta. Secondo il pensiero francescano è stata predestinata prima di tutti gli uomini a diventare la Madre del Verbo Incarnato.

La ragione di tale scelta si trova nell'amore più grande di Dio per tutti quanti gli uomini.

Priorità dell'amore sempre più grande.

La dottrina di s. Massimiliano è una teologia dell'amore, che non è rimasta sulla carta, ma si è tradotta nel sacrificio di sé per l'Immacolata e per i fratelli.

Maria da se stessa non è niente. Ma per opera di Dio è la più perfetta delle creature.

Maria è il Capolavoro di Dio; non solo il vertice della creazione ma anche il culmine del suo amore santificante.

S. M. non cade nell'errore protestante secondo cui l'uomo è sempre passivo alla grazia. Egli afferma, invece la collaborazione della Vergine a questa grazia.

Riflettendo sul mistero mariano, S. Massimiliano parla con l'oggetto dei suoi studi riconoscendo che la teologia è contatto vivo con Qualcuno.

Per s. Massimiliano l'eresia è un allontanamento della persona da Maria, cioè dalla Mediatrice di tutte le grazie.

La teologia deve condurre all'amore, che poi si concretizza in opere.

La Mariologia di S. Massimiliano Kolbe insegna nel suo nucleo la consacrazione totale di sé all'Immacolata.

La teologia pratica di S. Massimiliano non è una teologia "pastorale" che sottomette il dogma alle esigenze pratiche, ma l'esatto contrario.

Il nucleo dell'approccio di s. Massimiliano è mettersi nelle mani dell'Immacolata quali suoi strumenti.


Nessun commento:

Posta un commento