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sabato 13 ottobre 2012

LA FRANCESCANITA' DI P. KOLBE - sr. M. Cecilia Manelli


Scopo: mostrare i fondamenti francescani della spiritualità kolbiana.
Metodo: soffermarsi sui principi interiori che mossero s. Massimiliano a vivere il francescanesimo mariano nella perfetta fedeltà alle origini.

Dio è il fine ultimo
Cristo è il fine prossimo
L'Immacolata è il mezzo per raggiungere il fine ultimo passando dal fine prossimo.


Dio fine ultimo

La santità consiste nel fare la volontà di Dio. Dio soltanto può essere il nostro fine.
Conoscere Dio porta in sé il desiderio forte di diventare santi per poterlo godere.

Tutto è stato creato da Dio e tutto a Lui deve ritornare.

L'originalità del pensiero kolbiano sta nell'aver trovato nell'Immacolata la strada più facile, sicura e bella raggiungere il fine.

La conformità al crocifisso si può realizzare solo attraverso la vocazione francescana.
L'Immacolata fu la più perfetta immagine del crocifisso, perciò la più perfetta conformità al crocifisso si deve realizzare attraverso la conformità all'Immacolata.

Fine di ogni uomo è di appartenere a Dio attraverso Gesù, Mediatore tra Dio e l'uomo, e appartenere a Gesù attraverso l'appartenenza all'Immacolata.

S. Francesco e i suoi imitatori dopo di lui furono la fonte a cui S. Max attinse a piene mani.

In S. Massimiliano predomina in maniera assoluta lo sconfinato amore verso l'Immacolata; questo amore è una componente essenziale del francescanesimo.

S. Massimiliano amava tantissimo la sua vocazione francescana. Ebbe sempre la forte volontà di conoscere al meglio s. Francesco e di approfondirne la spiritualità.

Si interessò del lavoro di revisione delle Cost. dell'Ordine al nuovo Codice di Diritto Canonico (1917).

Particolare attenzione al tema costante della povertà.

S'impegnò, prima di tutto a riformare se stesso perché si sentiva responsabile di un tale decadimento.

Importante fu la formazione romana di S. Massimiliano e il contributo dei 3 rettori che ebbe. Tra questi, importante fu il P. Ignudi, personalità di grande spicco anche per gli studi danteschi.

I mezzi per raggiungere il fine

S. Massimiliano era convinto che nella povertà risiedesse il segreto di Niepok; una povertà radicale perché tutto apparteneva a Lei.

La povertà investiva ogni azione, anche al più semplice. Il silenzio era custodito "per  non rubare il tempo a Dio". Idem per la faccenda delle perdite di tempo.

S. Massimiliano dedicava ogni attimo libero alla preghiera, ed esortava i frati a fare altrettanto.







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