Sintesi dell'iter di beatificazione e
canonizzazione.
Comincia nel 1948 in diversi luoghi,
tra cui Padova e Roma.
Nel 1961 e 1962 si svolgono 5
processi apostolici; 82 testimonianze.
Nel 1964 la Congregazione dei Riti
dichiara la validità
di tutti i processi apostolici.
Dichiarato Venerabile nel 1968.
Numerose le guarigioni, ma la postulazione, per la beatificazione, ne presenta
solo 2.
Viene Beatificato il 17 ottobre del
1971.
Scontro tra Promotore Generale della
Fede e Postulatore a proposito delle virtù
di P. Kolbe.
Il Promotore muove alcune accuse
mosse dai confratelli di P. Kolbe, e altre inventate da lui:
1)
lacune nel meccanismo processionale;
2)
eccentrico, stravagante, patriottista;
3)
esagerazioni nel culto mariano,
sentimentalismo, mariocentrismo a scapito del cristocentrismo;
4)
disperazione, scoraggiamento, rigidità verso i confratelli ostili, facilità a dispensarsi dal breviario e
annessi;
5)
caparbietà, attaccamento al proprio giudizio,
povertà
al di fuori delle costituzioni dell'ordine;
6)
patriottismo
Nonostante tutto il Promotore si
augura che queste accuse vengano smontate perché P. Kolbe gli è simpatico.
Risposte:
1)
nessuna idealizzazione nei testi
2)
abbondanza di prove
3)
meccanismo processuale perfettamente
legale
4)
il P. Kolbe si è preparato giorno per giorno alla sua
immolazione, quindi nessun patriottismo
5)
nelle città dell'Immacolata non si faceva altro
che osservare generosamente la Regola di S. Francesco e le Costituzioni dell'Ordine.
Lo sviluppo delle Niepok da ragione a s. Massimiliano
6)
Durante un Capitolo Provinciale,
nonostante l'attacco sferrato da un oppositore di P. Massimiliano, il detto
Capitolo confermò
P. Massimiliano Guardiano e lo costituì
definitore perpetuo;
7)
nessun problema psichico, ma persona
perfettamente equilibrata;
8)
il patriottismo kolbiano non era
fissato sulla Polonia, ma superava le barriere nazionaliste;
9)
nessun militarismo, ma pura
cavalleria spirituale cristiana;
10) nessuna
esagerazione mariana [P. Costantino Onoszco è tra coloro che muovono questa
accusa: lui venne definito da P. Massimiliano la più grande croce che gli fosse capitata
fino a quel momento]. La Mariologia si P. Kolbe è francescana e cattolica, inserita
nel cuore del cristocentrismo francescano
11) La
mariologia di P. Kolbe ha avuto gli elogi sia di Paolo VI che di Giovanni Paolo
II
12) Le
croci e le difficoltà
non lo hanno abbattuto, ma ne hanno rafforzato la speranza. Le lacrime, il
dolore e annessi sono cose naturali: non significano che P. Kolbe non abbia
accettato quelle croci: tutt'altro. Vi si è
abbandonato e le ha accettate grazie alla forza della preghiera.
13) La
dispensa dal Breviario, di cui P. Kolbe si serviva con prudenza, fu un atto
spontaneo del P. Provinciale a motivo delle gravi condizioni di salute e dei
molti impegni di P. Kolbe
14) Il
Voto Mariano venne concesso con il permesso dei Superiori e fatto per aumentare
la loro obbedienza.
15) Manifestava
grande carità
e comprensione verso i sudditi, specie quelli malati, che visitava
personalmente.
16) P.
Kolbe ha, non solo elogiato l'obbedienza, ma l'ha praticata
17) La
povertà
vissuta da P. Kolbe e compagni non era contraria alle costituzioni dei Min.
Conv.: queste non obbligavano ad avere la proprietà privata. La consentivano, la
permettevano, ma non l'obbligavano
18) P.
Kolbe si è
offerto al posto di Francesco G. per pura carità cristiana, non per spirito
patriottico. Tra l'altro lo testimonia il fatto che, alla domanda su chi fosse
fattagli dal carnefice, egli rispose, in tedesco, sono un Sacerdote Cattolico.
19) P.
Kolbe aveva tutte le chance per sopravvivere nel campo. Si è offerto non per disperazione, ma per
motivi soprannaturali
20) La
causa di beatificazione di P. Kolbe venne introdotta per via di virtù, non per via di martirio. Gli studi
sul martirio vennero fatti dopo. Gli elementi essenziali del martirio sono 2:
da parte del persecutore ci dev'essere odio verso la fede; da parte del martire
ci dev'essere un'opera lecita della fede cattolica, che il persecutore
ostacola. Nel caso nostro c'erano tanto il primo quanto la seconda. I nazisti
sapevano che P. Kolbe non compiva alcuna attività politica, ma solo religiosa e
sapevano che si era offerto per motivi solo religiosi. La liceità dell'opera fatta da P. Kolbe si può appurare a due condizioni: a) le
virtù
eroiche; b) debba avere per conseguenza una edificazione delle persone, della
gloria di Dio. Ci sono entrambe. L'opera di P. Kolbe scosse profondamente,
oltre le SS i cristiani e i non cristiani lì presenti.
Una volta raggiunta la beatificazione
si lavorò
per la canonizzazione e per il riconoscimento di P. Kolbe come martire.
Martire non è solo colui che muore per la difesa
di una verità
di fede, ma anche colui che muore per difendere una virtù cristiana odiata dal suo
persecutore.
Le SS, le elite dei nazisti, erano
ideologicamente schierati contro il cristianesimo, che odiavano, e si
abbandonavano a pratiche esoteriche e simili.
Anche i Comunisti hanno promosso le
ricerche esoteriche e occultistiche in Russia
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