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sabato 13 ottobre 2012

VITA, VIRTU' E MARTIRIO IN S: MASSIMILIANO - P. Paolo M. Siano, FI


Sintesi dell'iter di beatificazione e canonizzazione.

Comincia nel 1948 in diversi luoghi, tra cui Padova e Roma.

Nel 1961 e 1962 si svolgono 5 processi apostolici; 82 testimonianze.

Nel 1964 la Congregazione dei Riti dichiara la validità di tutti i processi apostolici.

Dichiarato Venerabile nel 1968. Numerose le guarigioni, ma la postulazione, per la beatificazione, ne presenta solo 2.

Viene Beatificato il 17 ottobre del 1971.

Scontro tra Promotore Generale della Fede e Postulatore a proposito delle virtù di P. Kolbe.

Il Promotore muove alcune accuse mosse dai confratelli di P. Kolbe, e altre inventate da lui:
1)    lacune nel meccanismo processionale;
2)    eccentrico, stravagante, patriottista;
3)    esagerazioni nel culto mariano, sentimentalismo, mariocentrismo a scapito del cristocentrismo;
4)    disperazione, scoraggiamento, rigidità verso i confratelli ostili, facilità a dispensarsi dal breviario e annessi;
5)    caparbietà, attaccamento al proprio giudizio, povertà al di fuori delle costituzioni dell'ordine;
6)    patriottismo

Nonostante tutto il Promotore si augura che queste accuse vengano smontate perché P. Kolbe gli è simpatico.

Risposte:
1)    nessuna idealizzazione nei testi
2)    abbondanza di prove
3)    meccanismo processuale perfettamente legale
4)    il P. Kolbe si è preparato giorno per giorno alla sua immolazione, quindi nessun patriottismo
5)    nelle città dell'Immacolata non si faceva altro che osservare generosamente la Regola di S. Francesco e le Costituzioni dell'Ordine. Lo sviluppo delle Niepok da ragione a s. Massimiliano
6)    Durante un Capitolo Provinciale, nonostante l'attacco sferrato da un oppositore di P. Massimiliano, il detto Capitolo confermò P. Massimiliano Guardiano e lo costituì definitore perpetuo;
7)    nessun problema psichico, ma persona perfettamente equilibrata;
8)    il patriottismo kolbiano non era fissato sulla Polonia, ma superava le barriere nazionaliste;
9)    nessun militarismo, ma pura cavalleria spirituale cristiana;
10) nessuna esagerazione mariana [P. Costantino Onoszco è tra coloro che muovono questa accusa: lui venne definito da P. Massimiliano la più grande croce che gli fosse capitata fino a quel momento]. La Mariologia si P. Kolbe è francescana e cattolica, inserita nel cuore del cristocentrismo francescano
11) La mariologia di P. Kolbe ha avuto gli elogi sia di Paolo VI che di Giovanni Paolo II
12) Le croci e le difficoltà non lo hanno abbattuto, ma ne hanno rafforzato la speranza. Le lacrime, il dolore e annessi sono cose naturali: non significano che P. Kolbe non abbia accettato quelle croci: tutt'altro. Vi si è abbandonato e le ha accettate grazie alla forza della preghiera.
13) La dispensa dal Breviario, di cui P. Kolbe si serviva con prudenza, fu un atto spontaneo del P. Provinciale a motivo delle gravi condizioni di salute e dei molti impegni di P. Kolbe
14) Il Voto Mariano venne concesso con il permesso dei Superiori e fatto per aumentare la loro obbedienza.
15) Manifestava grande carità e comprensione verso i sudditi, specie quelli malati, che visitava personalmente.
16) P. Kolbe ha, non solo elogiato l'obbedienza, ma l'ha praticata
17) La povertà vissuta da P. Kolbe e compagni non era contraria alle costituzioni dei Min. Conv.: queste non obbligavano ad avere la proprietà privata. La consentivano, la permettevano, ma non l'obbligavano
18) P. Kolbe si è offerto al posto di Francesco G. per pura carità cristiana, non per spirito patriottico. Tra l'altro lo testimonia il fatto che, alla domanda su chi fosse fattagli dal carnefice, egli rispose, in tedesco, sono un Sacerdote Cattolico.
19) P. Kolbe aveva tutte le chance per sopravvivere nel campo. Si è offerto non per disperazione, ma per motivi soprannaturali
20) La causa di beatificazione di P. Kolbe venne introdotta per via di virtù, non per via di martirio. Gli studi sul martirio vennero fatti dopo. Gli elementi essenziali del martirio sono 2: da parte del persecutore ci dev'essere odio verso la fede; da parte del martire ci dev'essere un'opera lecita della fede cattolica, che il persecutore ostacola. Nel caso nostro c'erano tanto il primo quanto la seconda. I nazisti sapevano che P. Kolbe non compiva alcuna attività politica, ma solo religiosa e sapevano che si era offerto per motivi solo religiosi. La liceità dell'opera fatta da P. Kolbe si può appurare a due condizioni: a) le virtù eroiche; b) debba avere per conseguenza una edificazione delle persone, della gloria di Dio. Ci sono entrambe. L'opera di P. Kolbe scosse profondamente, oltre le SS i cristiani e i non cristiani lì presenti.

Una volta raggiunta la beatificazione si lavorò per la canonizzazione e per il riconoscimento di P. Kolbe come martire.

Martire non è solo colui che muore per la difesa di una verità di fede, ma anche colui che muore per difendere una virtù cristiana odiata dal suo persecutore.

Le SS, le elite dei nazisti, erano ideologicamente schierati contro il cristianesimo, che odiavano, e si abbandonavano a pratiche esoteriche e simili.

Anche i Comunisti hanno promosso le ricerche esoteriche e occultistiche in Russia

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